C’è chi pensa che passione per il green significhi solamente attivismo sfrenato legato per lo più ai decenni delle proteste, come gli anni ’70. Nulla di più sbagliato. C’è un movimento sotterraneo, giovane, clandestino che si sta diffondendo nelle città italiane ed europee. Uno spirito ecologico e di partecipazione che mira a trasformare il contesto urbano rendendolo più verde e più vivibile per i cittadini. La guerrilla gardening è il termine coniato per descrivere questo fenomeno: gruppi organizzati si muovono, principalmente di notte, per abbellire aree dismesse della città. Le liberano dai rifiuti, concimano la terra e piantano fiori. Si tratta anche di spazi molto piccoli, strisce di terreno marginali. Armati di vanghe, rastrelli e piante donate dai vivaisti o gettate dai supermercati lavorano tutti insieme per diffondere la cultura del green. Fioriscono aiuole dove prima c’erano abbandono e incuria. Roma, Milano, Bologna, ma anche Berlino, Londra, Bruxelles, sono tantissime le città coinvolte in questo movimento. I vari gruppi si incontrano, si coordinano e si scambiano informazioni e consigli. C’è un’unica regola fondamentale, si tratta di azioni libere, spontanee, pacifiche e non esistono gerarchie.
Pur trattandosi di occupazione del suolo pubblico nessuno finora ha mai fermato questi guerriglieri dell’ambiente, nemmeno i vigili o altri tutori dell’ordine. Come si potrebbe ostacolare chi combatte armato di fiori?